8 MARZO, ROTA: “LA STRADA DA SEGUIRE È QUELLA DELL’EMPOWERMENT FEMMINILE”
Il sindacalista sul Diario del Lavoro: “Nell’agroalimentare risultati importanti grazie a certificazione della parità e buone pratiche contrattuali”
“La crescita della presenza femminile, anche in ruoli apicali, lascia ben sperare, ma abbiamo tanto margine di miglioramento laddove le donne rimangono troppo spesso svantaggiate per diversi fattori, come una maggiore discontinuità stagionale, o le dinamiche che penalizzano, anziché favorire, la maternità, fino ad arrivare ai vergognosi fenomeni di sfruttamento e caporalato, che quando colpiscono le donne si legano anche a casi di ulteriori discriminazioni, violenze, ricatti sessuali”. Lo afferma in un intervento sul quotidiano online Il Diario del Lavoro il Segretario Generale della FAI-CISL Onofrio Rota in occasione della Giornata internazionale per i diritti delle donne.
“I passi avanti – afferma il sindacalista – non sono mancati, perché soprattutto attraverso le relazioni industriali e sindacali, la bilateralità, le buone pratiche contrattuali, sia nazionali che di secondo livello, abbiamo riservato sempre maggiore attenzione al tema delle pari opportunità, rafforzando tutti gli strumenti che possono favorire la condivisione dei carichi familiari, la prevenzione delle discriminazioni di genere, la cultura del rispetto nei luoghi di lavoro. Altro strumento vincente, sarà certamente quello della certificazione della parità di genere, che ha dimostrato di essere una leva di supporto per l’occupazione, la crescita manageriale femminile, la natalità, il benessere aziendale, nonché per la competitività delle imprese che l’hanno sperimentata: motivo per cui questo strumento merita di essere valorizzato anche in agricoltura e in tutti quei settori dove ancora non si è affermato, inserendo criteri di premialità in tutte le gare di appalto a favore dei fornitori che avranno conseguito a loro volta la certificazione per la parità”.
“Non serve un cambio di immagine – conclude Rota – ma un progresso reale che coinvolga tutti nel percorso dell’empowerment femminile, nella consapevolezza che la disparità non penalizza solo le donne, ma tutta la collettività”.
L’intervento completo è pubblicato su www.ildiariodellavoro.it