CAPORALATO IN TOSCANA, ROTA: "PLAUSO ALLA GUARDIA DI FINANZA, RILANCIARE RUOLO ENTI BILATERALI"
“Un plauso alla Guardia di Finanza della Compagnia di Piombino e alla procura di Livorno per l’indagine che ha fatto emergere l’ennesimo caso di caporalato, connesso a diverse altre gravi irregolarità: purtroppo quanto emerge è la conferma di quanto denunciamo da tempo, cioè che lo sfruttamento si concentra in diversi territori a vocazione agricola, da Nord a Sud”.
Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il Segretario Generale Onofrio Rota commentando i nuovi casi di caporalato emersi oggi in Maremma.
“Come in tanti altri casi – prosegue il sindacalista – centinaia di braccianti, italiani e stranieri, lavoravano nelle tre aziende agricole coinvolte senza alcun contratto, né copertura previdenziale e assicurativa, sfruttati anche per 16 ore al giorno per 2,50 euro l’ora, tenuti in condizioni igienico sanitarie precarie. L’indagine dimostra che la Legge 199 contro il caporalato è uno strumento prezioso ma da solo insufficiente: serve un intervento strutturale che vada nella direzione che proponiamo con la nostra mozione parlamentare, che impegna il Governo anche a completare la mappatura degli insediamenti informali, rendere operativa la clausola di condizionalità sociale nella Pac dal 2023, come confermato dal Ministro Patuanelli, e promuovere le buone pratiche commerciali nei confronti delle imprese aderenti alla Rete del lavoro agricolo di qualità”.
“Da parte nostra – conclude Rota – continua il massimo impegno nel presidio del territorio, anche con la campagna “Tutele in Movimento”, per assistere le lavoratrici e i lavoratori, e nel fornire con il numero verde “Sos Caporalato”, 800.199.100, uno strumento in più per denunciare irregolarità e casi di sfruttamento. Rilanciamo inoltre il ruolo degli enti bilaterali agricoli territoriali, che possono dare risposte importanti anche in termini di gestione trasparente del mercato del lavoro. Davanti alla centralità che assumerà il lavoro agricolo nei prossimi mesi, anche alla luce della crisi ucraina, che pone nuove sfide a tutto il nostro sistema produttivo agroalimentare, dobbiamo davvero lavorare uniti per garantire ai braccianti dignità, formazione, opportunità di inclusione e partecipazione”.