TREVISO, SIT IN DEI LAVORATORI AGRICOLI E FLOROVIVAISTI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO PROVINCIALE
Mobilitazione di FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL per un accordo che manca da più di un anno
Stamani, in piazza dei Signori a Treviso, sit in delle rappresentanze sindacali dei lavoratori agricoli e florovivaisti di CGIL, CISL e UIL territoriali, in segno di protesta dopo la rottura del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto collettivo provinciale di livello comprimario, scaduto ormai da oltre un anno. I sindacati di categoria si sono fatti portavoce delle legittime rivendicazioni dei lavoratori, spiegando le ragioni della rottura del confronto con le controparti datoriali ed evidenziando luci e ombre di un comparto in crescita e fondamentale per il tessuto produttivo della Marca.
“Il contratto dei lavoratori operai agricoli e florovivaisti - spiegano i Segretari Generali Rosita Battain (FLAI CGIL), Andrea Meneghel (FAI CISL) e Michele Gervasutti (UILA UIL) - è scaduto da 14 mesi. Dopo ben sette incontri con CIA, Coldiretti e Confagricoltura, in cui sono state valutate tutte le proposte contenute nella piattaforma presentata a settembre 2019 dalle Organizzazioni Sindacali, il tavolo si è rotto con un nulla di fatto. Non c’è stata, dalle controparti datoriali, alcuna apertura su nessuno dei punti oggetto di contrattazione. La nostra piattaforma propone di dare risposte adeguate a temi rilevanti come la lotta al caporalato, il contrasto al lavoro irregolare e la trasparenza nella gestione degli appalti in agricoltura. Nemmeno l’introduzione del rappresentante per la sicurezza territoriale, che sembrava mettesse tutti d’accordo, è stata approvata”.
“Il settore - proseguono i vertici sindacali - in provincia conta circa 20mila addetti, il 90 per cento dei quali stagionali, e rappresenta da anni una quota importante nell’economia della Marca e di tutto il Veneto. Nel 2020 ha confermato il trend positivo, con poche aziende che hanno utilizzato gli ammortizzatori sociali legati alla pandemia. Ma questo è un comparto che soffre ancora di lavoro irregolare e di sfruttamento del lavoro, povero, sottopagato e non tutelato. Nonché è inderogabile investire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Come Organizzazioni Sindacali rivendichiamo l’adeguamento salariale per gli addetti del settore che, nel corso dell’emergenza sanitaria, non si è mai fermato, garantendo con continuità i prodotti agroalimentari di prima necessità. I lavoratori attendono risposte concrete e in tempi brevi, per quanto riguarda sia il miglioramento delle condizioni di lavoro sia di quelle economiche”.